WORKSHOP DI RECITAZIONE CON STEFANO TRIZZINO

WORKSHOP DI RECITAZIONE

LA MASCHERA SOCIALE

ESSERE O APPARIRE

SABATO 15 MARZO

ore 10.00/13.00 e 14.00/17.00

DOMENICA 16 MARZO

ore 15.00/18.00

INFO & PRENOTAZIONI: 3489774959

con

STEFANO TRIZZINO

Stefano Trizzino è un baritono e attore italiano con una carriera artistica poliedrica che spazia dal teatro alla musica, dall’insegnamento alla regia. Formatosi presso il Conservatorio “V. Bellini” di Palermo e con una solida formazione musicale e teatrale, ha saputo coniugare le sue competenze nel mondo dell’arte performativa con un forte impegno nell’inclusione sociale e nella formazione.

Collaborazioni e Opere

Nel 2013 e nel 2015, è ospite rispettivamente della 4° e 6° edizione del Vittorio Veneto Film Festival. Trasferitosi a Roma, consegue il Diploma di II livello in Musica Vocale da Camera al Conservatorio Santa Cecilia sotto la guida del M° Amelia Felle. Con il Teatro Verdi di Pisa, è protagonista di diverse opere sia da camera che liriche, tra cui “Si camminava sull’Arno” di Marco Simoni e “The Lyric Puppet Show” nella stagione 2015/2016. Interpreta Geppetto nell’opera lirica “Pinocchio” di Natalia Valli e Mario Tamburlani nell’opera da camera “Amici” di Angelo Bellisario

Altre Attività e Riconoscimenti

Nel 2014, presta la voce per la sigla del programma culturale “A qualcuno piace Cult” su Rai Radio 2. Nel maggio 2015, canta alla V Edizione del Premio N.V. Gogol a Villa Medici, Roma. Nel marzo 2016, è in scena al Teatro di Villa Torlonia con l’opera lirica “Il segreto di Susanna” di Wolf Ferrari e partecipa allo spettacolo “Corti ma Lirici” di Roberto Cavosi al Teatro Eliseo di Roma.

Documentari e Teatro

È protagonista del documentario per Rai Storia “Ero Malerba”, tratto dal libro di Carmelo Sardo, con la regia di Toni Trupia. Nel febbraio 2017, debutta con la commedia “Vestire gli ignudi” per la regia di Gaetano Aronica al Teatro Pirandello di Agrigento. Nel 2017, è nuovamente in scena con il giallo “Lo strano caso della notte di San Lorenzo” scritto e diretto da Roberto Cavosi

Regia e scrittura

Nel 2024, si distingue come autore e regista degli spettacoli “Dalle mie parti” e “Più Terone di così”, spettacolo inclusivo scritto per una compagnia di ragazzi con disabilità, confermando la sua versatilità artistica. La sua attività di scrittura e regia si focalizza sull’esplorazione della maschera sociale e dell’identità individuale, temi approfonditi anche nei suoi workshop formativi e sarà protagonista del progetto Mic dell’opera pirandelliana “Ciascuno a suo modo” con la regia di Ilenia Costanza

Life Coaching e crescita personale

Oltre alla carriera artistica, Stefano ha intrapreso un percorso come life coach, frequentando nel 2023 il master “Unleash the Power Within” di Tony Robbins. Il suo impegno in questo campo si estende anche a persone con disabilità, promuovendo un approccio inclusivo alla crescita personale.

PROGRAMMA DEL WORKSHOP

RELATIVISMO e Pensiero PSICOLOGICO PIRANDELLIANO

La differenza tra essere ed apparire, la differenza fra la maschera sociale in contrapposizione a chi si è veramente e alla ricerca di aver stima di noi stessi.

Nasce da questo pensiero il workshop “Recitare Pirandello” dal contrasto tra vita e forma, e riguarda da una parte il rapporto interpersonale tra individuo e gli altri e dall’altra il rapporto tra individuo e se stesso. Nato in una società precostituita, l’uomo si trova a vivere secondo una parte a lui già assegnata, da cui non può sottrarsi. Ciascuno è costretto a seguire le regole e i principi che la società impone, solo il caso può portare l’individuo a liberarsi ma a costo di dover rinunciare alla vita, alla sua forma precedente. L’uomo, inoltre, indossando una maschera non può essere capito e di conseguenza capire gli altri, dal momento che dietro la maschera si nascondono personalità e individualità molteplici e complesse. Questo porta all’incomunicabilità tra individui, dove ognuno possiede un proprio modo di vedere la realtà, creando e credendo in una propria verità. Questo provoca un senso di solitudine nell’individuo e di esclusione dagli altri, come da se stessi.

PENSIERO PERSONALE

Le tre P di Pirandello Psicologico, Paraculo e Perverso.

Inevitabilmente ci guida e ci catapulta al bisogno di capire chi siamo, di capire noi stessi, da dove veniamo, come siamo, quanto possa essere forte la volontà per ciò che amiamo fare e quanto veramente crediamo in noi, e se veramente “abbiamo” volonta’ di aver stima in noi stessi. Questa constatazione ci porta ad analizzare quanto abbiamo bisogno di ostentare, di apparire, di tenerci dentro quello che realmente pensiamo, di vestirci come vogliamo,di avere il taglio dei capelli alla moda, di quanto vorremmo esser liberi, ma la verità è che siamo prigionieri di un sistema precostruito e l’autostima sola a volte non basta poiche’ siamo costretti ad indossare quella maschera sui social ,a casa con la nostra famiglia, con gli amici, ma indistintamente abbiamo tutti delle maschere per le varie occasioni, e la vera pazzia in pirandello sta proprio in questo, perchè lui ci spinge nel voler dire quella verità, senza nessuna maschera, senza freni, inibizioni e false “restrizioni” .

Tra noi sicuramente ci sarà chi ha capito chi è veramente, chi lavora e agisce nella verità , senza doversi per forza snaturare, consapevole della propria autostima, orgoglioso della propria identità. La psicologia pirandelliana si basa proprio su questo, sull’aver stima di noi stessi e liberarci dal fardello di un sistema che la società impone sin da quando veniamo al mondo. Nella recitazione devi mettere la tua fragilità e tutta la rabbia che hai in corpo ma devi saperla dosare, gestire a tuo favore, devi mettere la tua fragilità a disposizione di te stesso e dell’altro, devi farmi vedere quanto tu sia fragile, perche’ dalla fragilità nasce la verità, quindi togliere la maschera aiuta a non essere più falsi ma se stessi , solo cosi’ il personaggio prenderà il sopravvento, camminerà da solo senza bisogno più delle direttive registiche e andrà per la propria strada. Nessuno affronta più la propria solitudine, abbiamo paura di stare o rimanere da soli con noi stessi,  dobbiamo occupare il tempo con cose futili e poco profonde. Una banalità è che non  guardiamo più la gente che passa per strada, non dialoghiamo con chi è seduto con noi in sala d’aspetto o in autobus. Dobbiamo assolutamente far qualcosa che ci distragga per paura di una autoanalisi e sentirci soli. La paura del giudizio degli altri ci attanaglia, ma recitiamo proprio per non essere giudicati per quello che siamo ma per chi impersoniamo, (noi sappiamo che c’è del nostro) abbiamo dalla nostra che è l’attore a comunicare in quel momento e quindi ci serviamo del personaggio. A me piace usare il termine play (gioco) proprio perché dobbiamo cercare di giocare col personaggio che abbiamo a disposizione , dobbiamo giocare col nostro lavoro.

“Si è liberi quando ce ne freghiamo del giudizio degli altri”,  fateci caso.

La differenza tra essere ed apparire, la differenza fra la maschera sociale in contrapposizione a chi si è veramente e alla ricerca di aver stima di noi stessi.

Nasce da questo pensiero il workshop “Essere e apparire” per conoscere se stessi anche attraverso Pirandello dal contrasto tra “vita e forma”, e riguarda da una parte il rapporto interpersonale tra individuo e gli altri, e dall’altra il rapporto tra individuo e se stesso. Nato in una società precostituita, l’uomo si trova a vivere secondo una parte (un ruolo) a lui già assegnata, da cui non può sottrarsi. Ciascuno di noi è costretto a seguire le regole e i principi che la società impone, solo il caso può portare l’individuo a liberarsi ma a costo di dover rinunciare alla vita ovvero alla sua forma precedente. L’uomo, inoltre, indossando una maschera non può essere capito e di conseguenza capire gli altri, dal momento che dietro la maschera si nascondono personalità e individualità molteplici e complesse. Questo porta all’incomunicabilità tra individui, dove ognuno possiede un proprio modo di vedere la realtà, creando e credendo in una propria verità. Questo provoca un senso di solitudine nell’individuo e di esclusione dagli altri, come da se stessi.

PENSIERO PERSONALE

Le tre P di Pirandello (secondo il mio punto di vista) Psicologico, Paraculo e Perverso.

Inevitabilmente Pirandello ci guida nel “bisogno di capire chi siamo”, di capire noi stessi, da come siamo fatti a quanto possa essere forte la volontà per ciò che amiamo fare e quanto veramente crediamo in noi. Questa riflessione ci permette di analizzare quanto necessità ci sia di ostentare, di apparire, camuffare e di tenerci dentro quello che realmente pensiamo, di vestirci come vogliamo, di quanto vorremmo esseri liberi ma siamo “prigionieri di un sistema precostruito”, e l’autostima sola a volte non basta, poiche’ siamo costretti ad indossare quella famosa “maschera” sui social, a casa con la nostra famiglia, con gli amici. La psicologia pirandelliana si basa proprio su questo, sull’aver stima di noi stessi e liberarci dal fardello che la società impone sin da quando veniamo al mondo. La paura del giudizio degli altri, di essere continuamente giudicati ci attanaglia ma “Si è liberi quando non ci importa più del giudizio degli altri”,  fateci caso.

Logo-Teatro-dei-contrari
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.